[122] A partire da questo periodo si cominciò a fare ricorso ad unità di contarii, truppe armate di contus, ad imitazione dello stile di combattimento aggressivo tipico di sarmati e iazigi, fondato sulla carica diretta. Alla sua morte erano dislocate sul territorio 37 legioni, usate sfruttando appieno il potenziale in mobilità,[53] di cui ben 6 in Macedonia, 3 in Africa Proconsolare e 10 nelle province orientali.[54]. [124] Una delle prime unità di contarii fu l'Ala I Ulpia contariorum militaria, di stanza nella vicina Pannonia inferiore, costituita successivamente alla campagna dacica di Traiano. La legione fu schierata, non si sa in quante acies (se singula, duplex o triplex),[97] con le centurie (o i manipoli) al centro dello schieramento (10 coorti di 480 uomini l'una, per un totale di 60 centurie): la prima coorte disposta a partire da destra, in prima fila, e la cavalleria legionaria, i tribuni e il legato Camillo davanti al contingente di cavalleria legionaria collocata immediatamente dietro l'ultimo ordine delle coorti. [134] Il nuovo imperatore dispose, prima di tutto, una divisione del sommo potere imperiale, dapprima attraverso una diarchia (due Augusti, a partire dal 285/286) e poi tramite una tetrarchia (nel 293, tramite l'aggiunta di due Cesari),[135] compiendo così una prima vera "rivoluzione" sull'intera struttura organizzativa dell'esercito romano dai tempi di Augusto. Diocleziano riorganizzò l'esercito, trasformando la "riserva mobile" introdotta da Gallieno (formata di sola cavalleria) in un vero e proprio "esercito mobile" detto comitatus, distinto dalle forze poste ai confini, probabilmente costituito da due vexillationes (Promoti e Comites) e da tre legiones (Herculiani, Ioviani e Lanciarii).[137]. Essi erano: Sotto di loro i magistri militum regionali, per la cavalleria e per la fanteria. IV a. C. le esigenze militari si fecero più incessanti, le legioni furono portate a quattro e diventarono unità tattiche: in occasione della II guerra punica diventarono una ventina. [82][83], Ma il genio della legione non assolveva soltanto a funzioni militari. un tribuno al comando della cavalleria, il. Una volta divenuto unico augusto, subito dopo la sconfitta definitiva di Licinio nel 324,[149] Costantino I avviò una nuova riforma dell'esercito romano. Il tardo periodo repubblicano si contraddistingue, invece, per un certo dinamismo tattico dei legatus, i quali hanno ideato molti schieramenti alternativi, tra cui il giuliano triplex acies con prima linea formata da 4 coorti e le restanti due da tre coorti ciascuna[48]. The Roman Imperial Army of the First and Second Centuries A.D. Frontiers of the Roman empire. (ogni Coorte ne aveva 600 ed il Manipolo 200). Vi erano poi altri tipi di schieramenti praticati dalle armate romane del tardo periodo repubblicano: su una sola linea, ovviamente quando era necessario coprire un fronte molto lungo come nel caso del Bellum Africum durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo;[47] o su tre linee (triplex acies), formazione spesso utilizzata da Cesare durante la conquista della Gallia, con la prima linea formata da 4 coorti, e le restanti due, formate da tre coorti ciascuna. L'accusa di Zosimo rivolta a Costantino,[174] e replicata dall'anonimo autore del De rebus bellicis attorno al 370, di aver minato la difesa delle frontiere allo scopo di istituire forze dinamiche di intervento, tradendo il progetto dioclezianeo del presidio dei confini, ha per lungo tempo contribuito a interpretare in senso oppositivo le strategie militari di Diocleziano e di Costantino. A questo si affiancava la forza limitanea, sottoposta al controllo dei duces. Allo stesso modo si comprende come essa non fosse adatta alle schermaglie, alle scaramucce di confine e al presidio delle zone frontaliere, a motivo della sua struttura lenta e poco manovrabile. L'artiglieria era naturalmente usata anche nelle battaglie campali. Poco prima dello scontro i circa 18.000 legionari schierati battevano il gladius sullo scutum in un assordante suono che ammoniva il nemico che presto avrebbe assaggiato il metallo delle loro spade. Era assimilabile a una grande unità complessa odierna, di rango variabile tra una brigata e una divisione, ma soprattutto riuniva attorno a sé, oltre ai reparti dell'arma base, fanteria e cavalleria, altri reparti specializzati come frombolieri, sagittarii, esploratori e genieri. [69], Al tempo delle guerre marcomanniche fu l'utilizzo da parte di Marco Aurelio di vexillationes, al fine di comporre un esercito di invasione e poi di occupazione della neo-provincia di Marcomannia, come testimoniano numerose iscrizioni, tra cui quella rinvenuta a Leugaricio, delle legioni I Adiutrix e II Adiutrix. Le vessillazioni in quest'epoca designavano, non più i distaccamenti legionari alto imperiali, ma reparti di sola cavalleria. Altro apporto del genio fu la costruzione di strade militari, utilizzate inizialmente per migliorare e velocizzare gli spostamenti delle armate ed in seguito dalla stessa popolazione civile dopo che l'area era stata pacificata. Il loro numero aumentò fino a 175 nel sec. Analogamente conferì all'"esercito di confine" una connotazione più peculiare: le unità che lo costituivano furono definite limitanee (stanziate lungo i limes) e riparienses (operanti lungo i fiumi Reno e Danubio) (in epoca teodosiana alcune di esse furono rinominate pseudocomitatenses quando trasferite nell'"esercito mobile"). All'inizio autonoma sul piano logistico, era normalmente stanziata in una provincia, di cui aveva la responsabilità della sicurezza e della difesa militare. [145][146] Asclepiodoto informa (nel I secolo a.C. però) che la cavalleria poteva assumere varie formazioni: quadrate, a losanga, allungate, a cuneo[147]. Grazie al grande successo militare della Repubblica e, in seguito, dell'Impero, la legione viene considerata come il massimo modello antico di efficienza militare, sia sotto il profilo dell'addestramento, sia dal punto di vista tattico e organizzativo. Il successore di Alessandro Severo, Massimino il Trace, promosse la barbarizzazione dell'esercito romano,[125] essendo lo stesso Imperatore nato senza la cittadinanza romana,[126] ed aumentò l'importanza della cavalleria di origine germanica e catafratta sarmatica, arruolata dopo aver battuto queste popolazioni durante le guerre del 235-238. [6], Fanti e cavalieri erano arruolati tra le tre tribù romane (1 000 fanti e 100 cavalieri ciascuna) che formavano la primitiva popolazione di Roma: i Tities, i Ramnes e i Luceres. «Non si sbaglierebbe chi chiamasse le loro manovre battaglie senza spargimento di sangue e le loro battaglie esercitazioni sanguinarie.». Con Gallieno, che di fatto abolì le cariche senatoriali all'interno dell'esercito romano e, di conseguenza, anche all'interno della legione stessa (le cariche di tribunus laticlavius e legatus legionis scomparvero),[119] la gerarchia subì una parziale modifica almeno nella parte concernente l'alto comando. Elmo corinzio, elmo attico e elmo calcidico--->Elmi di fogge gerche, largamente usati dai romani in età regia. Si trattava però di una forza alquanto ridotta, i cui cavalieri erano dotati di uno scudo più piccolo e rotondo (detto parma o clipeus), come ci racconta Giuseppe Flavio, al tempo della prima guerra giudaica. [123] Il simbolo compare in numerosi coni emessi da Antonino Pio, Decio, Claudio il Gotico e Aureliano. Il figlio Domiziano creava una nuova legione in vista delle campagne in Germania, nella regione degli agri decumates: la I Minervia. [206] L'imago o le imagines erano ritratti realizzati in metallo battuto, custoditi dalla prima coorte. Pugio—>Pugnale usato come arma di ultima difesa. Diocleziano aveva scelto di rafforzare le difese, di costruire nuovi forti, anche se dotandoli di una quantità di truppe di difesa inferiore rispetto al periodo precedente. In seguito alla sconfitta di Adrianopoli, l'Impero dovette venire a patti con i vittoriosi Goti, concedendo loro di stanziarsi nei Balcani come foederati semi-autonomi: essi mantennero il loro stile di vita e la loro organizzazione tribale stanziandosi in territorio romano come esercito alleato dei romani. Il ponte di Cesare sul Reno realizzato nel 55 e 53 a.C. Aquilifero del tempo della guerra gallica con signum. Il compito principale del genio militare era quello di fornire un adeguato supporto tecnico alle unità combattenti negli spostamenti (con la costruzione dell’accampamento di marcia, di ponti militari, strade, ecc. Vegezio elenca sette tipi di armi d'assedio nell'Epitoma, riferibili a quest'epoca, ma certamente collocabili anche nei tempi anteriori. Dopo le sanguinose guerre contro Cartagine, la flotta romana era diventata tra le più forti del Mediterraneo. I corpi di cavalleria erano integrati tanto nelle legioni comitatensi, quanto in quelle limitanee, eredi o delle vecchie alae di cavalleria ausiliaria o degli equites illyriciani o dei clibanarii già operanti in epoca alto-imperiale. [171] A questa economia vanno aggiunti il pedes, il fante, e il semissalis, collocato tra il cavaliere e il circitor. Le tende erano fatte di pelli cucite di vitello, di capra o di cuoio. [128], Questo processo di graduale incremento di reparti di cavalleria, potrebbe aver generato una maggiore "mobilità" anche nella legione stessa, che culminò con la riforma di Gallieno. Conservare e difendere l'aquila significava preservare la continuità della legione, perché la sua perdita poteva comportarne lo scioglimento, come avvenuto per le legioni distrutte dopo le battaglie di Carre e Teutoburgo. [104], Galba portò a termine l'arruolamento delle legioni I Adiutrix (i cui effettivi erano costituiti da uomini che avevano prestato servizio nelle flotte italiche di Miseno e Ravenna)[101] e VII Gemina. In origine, l’organizzazione militare romana indicava una sorta di leva, acquisendo sempre di più il significato di contingente, fino a diventare la colonna portante della forza romana nei suoi piani di espansione. La progressiva sostituzione dell'aquila, sacra a Giove Capitolino, o il suo affiancamento al draco, simbolo religioso e militare presso i daci e i sarmati, con tutta probabilità assimilato dai romani durante la campagna dacica di Traiano, tanto da essere riportato in ben 20 scene della Colonna traiana, dovrebbero risalire al II secolo. Si trattava di unità altamente specializzate, arruolate in aree territoriali di antiche tradizioni, come segue: In età alto-imperiale venne riorganizzato anche il reparto di tecnici e ingegneri militari atti a rendere più agevole il cammino delle armate romane durante le campagne militari o la loro permanenza negli alloggiamenti estivi (castra aestiva) ed invernali (hiberna). L'imaginifer invece era il portatore dell'imago dell'imperatore, introdotta da Augusto, quando la figura dell'imperatore divenne oggetto di culto. I genieri in forza alle legioni erano in grado di costruire e schierare potenti armi collettive, in funzione sia offensiva che difensiva, come catapulte, onagri (10 per legione, ovvero 1 per coorte[80]), scorpioni e carrobaliste (55 per legione[80]), con una funzione tattica analoga a quella della attuale artiglieria campale; inoltre vi erano altre macchine usate esclusivamente per l'assedio, come baliste, arieti, torri d'assedio, vinee[81]. Qui un cavaliere dacico reca una testa di drago costituita da una manica a vento, sibilante al passaggio dell'aria. [62][68] Si trattava di una coorte milliare, vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti, con 5 manipoli (non quindi 6) di 160 armati ciascuno (pari a 800 legionari), a cui era affidata l'aquila della legione. La strada delle legioni. [177] L'aspirazione ad entrare nella milizia limitanea era, generalmente, più diffusa, non solo perché chi vi era arruolato (ovvero i provinciali) avesse il vantaggio di rimanere vicino alla famiglia, ma anche in ragione dell'esenzione a beneficio dei figli dei curiali (il notabilato delle città), garantita da una legge del 363, dell'obbligo ereditario alla ferma (riservato unicamente a coloro che sceglievano la strada dell'arruolamento e servivano nell'esercito per 10 anni).[178]. Grazie all’introduzione dell’ordinamento centuriato, con cui verso la metà del sec. [141], Vegezio inoltre prescriveva che tra un soldato e l'altro nella fila successiva ci fossero sei piedi (1,77 m) di distanza (un soldato occupava 3 piedi di spazio, corrispondenti a 88 cm). Secondo la tradizione fu Romolo stesso ad istituire la prima Legione romana, ma il numero delle Legioni aumentò in proporzione alle nuove conquiste e all’espansione di Roma. [11], Con la riforma serviana, vi fu un'importante novità: coloro i quali si erano distinti in battaglia diventavano centurioni. [192] Teofilatto Simocatta attesta, ancora a fine VI secolo, l'esistenza della Legio IV Parthica, anche se all'epoca le legioni erano quasi del tutto scomparse, sostituite da reggimenti di circa 500 soldati denominati numeri (in latino) o arithmoi (in greco). L'esercito manipolare si basava in parte sul sistema di classi sociali e in parte sull'età e sull'esperienza militare;[16] rappresentava quindi un compromesso teorico tra il precedente modello basato interamente sulle classi e gli eserciti degli anni che ne erano indipendenti. Nella storia di Roma, l'esercito poté contare su oltre 60 legioni (composte di 5 000÷6 000 armati) al termine della guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio,[1] e su un minimo di 28 agli inizi del principato (ridotte a 25 dopo la disfatta di Teutoburgo). In origine la parte maggioritaria della legione era formata dai più ricchi, i principes, quelli con armi pesanti compresi nella classis, secondariamente venivano gli altri, cioè quelli al di fuori della classis (gli infra classem). Solo per avere un’idea alla morte di Cesare c’erano 37 Legioni, mentre all’inizio del primo Impero di Augusto le legioni … I forti erano dotati anche del valetudinarium, di un ospedale militare. [176] Dal documento emerge una certa frammentazione, un quadro di apparente indebolimento delle vecchie legioni, con unità prive di un organico completo, anche se del tutto regolari e pienamente inserite all'interno di un preciso organigramma. II - Da Augusto ai Severi, L'esercito romano. Il risultato fu un esercito romano nel nome, ma sempre più culturalmente estraneo alla società che era chiamato a proteggere. La consistenza delle Legioni con il tempo arrivò poi a 6.000 uo. La legione veniva generalmente schierata su tre file, dette triplex acies, alle quali si aggiungevano i fanti leggeri, detti leves, per un totale che varia tra i 4200 e i 5000 effettivi a seconda del periodo: Questa differenziazione esisteva, oltre che sulla base dell'esperienza dei soldati, anche sulla base del censo, tanto che ogni soldato era tenuto a provvedere autonomamente all'equipaggiamento. Con la riforma tetrarchica il numero complessivo delle legioni fu portato nel 300 a 53/56, mentre con l'ascesa al trono di Costantino I ed il ripristino di una monarchia dinastica, il numero delle legioni romane fu elevato ulteriormente fino a 62/64, attorno all'anno 330. In epoca regia era formata da cittadini compresi tra i 17 e i 46 anni, in grado di potersi permettere il costo dell'armamento.[7]. L'artiglieria romana comprendeva baliste (ogni legione ne aveva 55, servite ciascuna da 11 uomini), ossia grandi balestre montate su ruote, che grazie alla torsione delle loro corde riuscivano a scaraventare anche a molti metri di distanza enormi dardi, che potevano essere anche incendiati. [200][201] L'aquila in età imperiale era tenuta in consegna dalla prima centuria della prima coorte. [166] Sopravvivono in quest'epoca infine, per i quadri dell'esercito, i tribuni, agli ordini di un prefetto e divisi in due grandi categorie: comandanti di unità e comandanti superiori. [179] Sotto Ezio e Maggioriano, l'Impero sembra fosse ancora in grado di affrontare e vincere in battaglia Visigoti, Burgundi, Bagaudi, Franchi, mantenendo sotto il suo controllo la Gallia, a riprova di una sua relativa efficienza. [202] Il labaro, assieme al draco, una manica a vento purpurea retta da un'asta sfarzosa, precedeva le truppe in marcia alla testa dell'esercito.[203]. riconoscendo loro il diritto di sposarsi durante il servizio militare, aumentando il reclutamento di provinciali, tanto che, una volta entrato a, operando, infine, una serie di altre concessioni, tese a migliorare la condizione dei soldati, tra le quali l'istituzione dell', il prolungarsi di numerose guerre lungo i, continuavano a costituire il nerbo dell'esercito romano, costituite da, le vinee (larga circa 2 metri, alta 2 e lunga 4,70 metri), tettoie di legno leggero che potevano essere realizzate in gran numero a formare un lungo corridoio che consentiva l'avvicinamento alle mura degli. Non era ancora presente nei loro cuori quel desiderio di. In totale vi erano circa 340 000 uomini, di cui 140 000 servivano nelle legioni. Se in età regia la legione identificava l'esercito per intero, durante la repubblica le maggiori esigenze operative han via via fatto aumentare il numero di legioni attive contemporaneamente, seppur in maniera contingente. La seconda battaglia di Bedriacum nell’Ottobre del 69 d.c., quella che sarà decisiva per le sorti di una stabile reggenza imperiale, questa volta avvenne fra le Legioni favorevoli a Vitellio e le Legioni fedeli a Vespasiano, supportate anche dal favore delle Legioni stanziate … Tra i fanti, i più "benestanti" erano i triarii, che potevano permettersi l'equipaggiamento più completo e pesante, mentre gli accensi erano i più poveri, presi dalla quarta classe di cittadini, secondo l'ordinamento censitario di Servio Tullio. Il percorso che egli compì, fu però graduale nel corso degli ultimi tredici anni di regno (dal 324 al 337, anno della sua morte), continuando poi con i suoi figli. 1 – UNITA’ TATTICHE DELLA LEGIONE ROMANA. [15] Quarta e quinta classe costituivano la fanteria leggera[14] che solitamente era disposta al di fuori dallo schieramento.[13][14]. Tuttavia potrebbero esserci strumenti di terze parti indipendentemente dalla volontà e responsabilità del webmaster. Il primus pilus veniva scelto tra i soldati più coraggiosi ed esperti. Con l'ulteriore espansione della flotta, le navi vennero dotate di contingenti di fanteria imbarcata. Secondo Eusebio di Cesarea, il ritratto dell'imperatore si trovava sulla metà superiore del drappo, mentre sulla metà inferiore era disegnata una croce. Con Diocleziano le legioni furono divise in due grandi corpi, quelli di campagna e di scorta all’imperatore (comitatenses) e quelli di confine (limitanei). Si trattava però di una forza alquanto ridotta, composta di soli 120 cavalieri (comandati da centurioni, non da decurioni;[56] dotati di uno scudo più piccolo e rotondo, detto parma o clipeus), come ci racconta Giuseppe Flavio, al tempo della prima guerra giudaica. Questo punto della riforma, però, eliminò definitivamente ogni legame tra le legioni e l'Italia, poiché i nuovi comandanti, che erano spesso militari di carriera partiti dai gradi più bassi e arrivati a quelli più alti, erano interessati solo al proprio tornaconto o al massimo agli interessi della provincia d'origine, ma non a Roma. [70], La cavalleria legionaria, abolita nell'epoca di Gaio Mario, fu reintrodotta da Augusto. Fregio della Colonna traiana. In questo episodio appare evidente come la legione si reggesse, per quanto attiene alle forze di cavalleria, sull'esclusivo apporto di ausiliari e numeri alloctoni. Il Rex era il comandante supremo dell'esercito romano, a cui spettava il compito di scioglierlo al termine della campagna militare dell'anno. 150.000 uomini, reclutati ancora tra cittadini, ma con graduale inserimento anche della figura dei volontari, prevalenti verso la fine del sec. Jean-Michel Carrié. L’insegna della legione divenne l’aquila. In genere le unità palatinae costituivano l’esercito dedicato ad una intera Prefettura del Pretorio, mentre le unità comitatenses costituivano l’esercito dedicato ad una singola Diocesi nell’ambito della Prefettura. Spesso erano utilizzate anche rampe (come quelle di Jotapata e Masada) per far arrivare le torri d'assedio alle mura (munite di baliste o di arieti) o si ricorreva alla costruzione di imponenti terrapieni (come ad Avarico). Elmo di Montefortino—>In bronzo, dotato di un cimiero di crini di cavallo. L'aquila assunse un ruolo molto importante per l'impero romano ed in modo particolare per le sue legioni che vedevano in quel simbolo la rappresentazione della forza e della potenza e quindi l'essenza stessa della loro identità. Il numero delle legioni, salito a 45 nelle guerre civili, fu ridotto a 25 da Augusto per fissarsi successivamente intorno a 30, con effettivi di 5000 militari per legione e con un totale di ca. ... Storia delle Legioni romane Esercito romano . Con la fine della guerra civile (nel 324) e la dinastia costantiniana le "vecchie" vexillationes legionarie vennero trasformate in nuove legioni indipendenti dalla legione "madre", riducendo il numero di armati fino a 1.200 uomini (come risulta da alcuni passi di Ammiano Marcellino, a proposito della battaglia di Strasburgo[168] del 357 e di Amida del 359[169], e in Zosimo[156]). Si capisce quindi come le forze ausiliarie (fanteria e cavalleria leggere, tiratori) fossero componenti complementari e non alternative alle legioni; una campagna di conquista senza queste forze e senza l'apporto della loro cavalleria (organizzata in alae e cohortes equitatae), sarebbe stata altrimenti inattuabile. L'esercito manipolare deve il suo nome alle modalità tattiche con cui la sua fanteria pesante era dispiegata in battaglia. L'esercito ora poteva contare su 400 000 armati complessivamente. La Battaglia delle Forche Caudine (321 a.C.) I romani stavano espandendo la loro influenza nella penisola italica. Numerate da I a X,[32][33] ogni coorte era formata da tre manipoli oppure da sei centurie, per un totale di 3.840 fanti. Durante la sua massima espansione l'impero romano arrivò a comprendere un'estensione territoriale di quasi 6 milioni di km². Gladio (arma)--> Spada corta, a punta e a doppio taglio. [62] Primo esempio di costruzioni che ospitassero una coorte di queste dimensioni lo si trova nella fortezza legionaria di Inchtuthill in Scozia. La vita delle legioni inizia con Roma stessa, fin dall'epoca della sua fondazione (753 a.C. circa) il termine legio indicava quell'insieme di cittadini-soldato che prendevano le armi al richiamo del loro re(legio deriva da lego = leva). Fasce di ferro avvolgevano le loro membra tanto che si sarebbero creduti statue scolpite da Prassitele, non uomini. Lo Strategikon, prontuario di guerra attribuito all'imperatore bizantino Maurizio, metteva in guardia dal comporre una formazione da battaglia con meno di quattro ordini. Dalla Gran Bretagna all'Iraq, un quarto della popolazione nasceva e moriva sotto le insegne dei cesari. [100], Caligola creò nel 39, due nuove legioni, per una campagna in Germania Magna, sulle orme di suo padre Germanico e di suo nonno Druso maggiore: XV Primigenia e la XXII Primigenia;[101][102], Nerone creò una nuova legione nel 66-67,[103] composta da italici tutti di statura molto elevata, a cui venne dato il nome di I Italica, e che lo stesso Nerone ribattezzò “falange di Alessandro Magno”, circostanza che denotò le grandiose idee che si celavano nella sua mente. [5] Con l'inclusione del popolo Sabino, Romolo raddoppiò il volume delle truppe, potendo così contare su 6 000 fanti e 600 cavalieri. È vero anche che se buona parte di queste legioni "nacquero" da questo scorporo, altre furono create ex novo, da reparti specifici dell'esercito romano (ad esempio i Ballistari, quali reparti di artiglieria) o da vecchie unità ausiliarie (ad esempio i Germaniciani). Ma col tempo in relazione a una divisione della classis in più classi, la legione si articolò con lo schema con cui ci si presenta in epoca storica e cioè in tre linee successive, gli hastati nella prima (i più giovani, sostenevano il primo urto con il nemico), i principes nella seconda (cioè gli uomini più grandi d’età che dovevano muoversi di rincalzo agli hastati) e i triarii nella terza (gli anziani, che ricoprivano il ruolo di riserve). [198][199] Racconta Plinio che prima della decisione di Mario la legione possedeva altri quattro simboli: il lupo, il cavallo, il minotauro e il cinghiale, recati davanti a ciascun rango dell'esercito. Quando sul finire del sec. Non sembra vi fossero particolari cambiamenti interni alla struttura della legione. La "spina dorsale" dell'esercito romano rimase la legione, in numero di 28 (25 dopo Teutoburgo). Da Diocleziano alla caduta dell'impero. Nei secoli successivi subirono continui perfezionamenti, in potenza e tipologia di munizioni, divenendo i terribili "tormenta ", le artiglierie meccaniche dell'esercito romano, che restarono in servizio per ben otto secoli. [141] Arriano riferisce invece la disposizione in otto ordini: i primi quattro composti da uomini armati di hasta; tra questi gli uomini assegnati al primo rango protendevano in avanti le aste, alla maniera della falange, mentre nel secondo, terzo e quarto rango i compagni nelle retrovie si apprestavano a mettere mano alle armi da lancio (dardi e giavellotti), e una volta scagliate, riprendevano in mano le lunghe lance e le spade per farsi sotto il nemico. Ogni nave era assimilata ad una centuria e comandata di norma da un centurione chiamato triarca. La vita dei legionari ai tempi della guerra di Gallia, L'esercito romano. Altri potevano essere addetti a svariate altre funzioni (dalla fabbricazione delle armi, al comando di unità della flotta ecc).[166]. Di conseguenza avremmo trovato: Le legioni stanziate lungo il limes in quest'epoca hanno ormai assunto una connotazione e un ruolo strategico dissimile dalle altre truppe stanziate in profondità, dislocate nei centri interni a causa delle sempre più gravi difficoltà logistiche. Storia delle Legioni romane: I nomi e i simboli delle legioni che fecero di Roma la più grande potenza militare dell’antichità La caduta nelle mani del nemico delle insegne era un'onta gravissima, tanto che Augusto si prodigò per ottenere la restituzione delle insegne di Crasso, riuscendo a farsele riconsegnare dal re parto Fraate IV nel 20 a.C. Ogni centuria, comprese quelle ausiliarie che avevano uno specifico signifer auxilia, possedeva un'insegna (signum) che consisteva in un certo numero di dischi metallici (phalerae), di solito in numero di sei (corrispondenti alle centurie nella coorte), fissati ad un'asta di legno, terminante in una punta o una forma di mano (il cui significato è incerto) al di sotto della quale poteva essere montato una targa con su indicato il numero della coorte o della centuria stessa. Scutum—>Scudo ovale o rettangolare con i lati arrotondati. Tiberio dispose che l'acquartieramento delle legioni lungo il limes acquisisse le caratteristiche di una maggiore permanenza e stabilità, tanto che i terrapieni, rinforzati con una palizzata in legno, diventassero sempre più massicci, mentre gli alloggiamenti più confortevoli, mentre in rari casi sembra che alcuni accampamenti legionari siano stati costruiti in pietra (come ad Argentoratae e Vindonissa);[67], Al tempo di Vespasiano sembra si attuò la riforma della prima coorte, che secondo alcuni studiosi moderni potrebbe essere invece avvenuta all'epoca di Augusto. Le coorti schierate lungo la terza linea costituivano spesso una "riserva tattica" da utilizzare in battaglia, come avvenne contro Ariovisto in Alsazia.
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